Il Villaggio ed il Complesso
Templare di el-Karnak
el-Karnak
è un piccolo villaggio situato sulle sponde del Nilo
a circa 2,5 km a nord di Luxor. La sue coordinate
sono: 25° 43' nord 32° 39' est. Il sito è quello
della Tebe egizia. I templi egizi sono la principale
attrazione di el-Karnak al punto che, comunemente,
al nome "Karnak" viene generalmente associato più il
sito archeologico che non il villaggio. Il numero
annuale di visitatori è secondo solo a quello della
piramidi di Giza. Il complesso di Karnak è, di
fatto, costituito da tre distinti recinti templari
dedicati ad Amon, alla sua sposa divina Mut, ed al
Dio locale Montu (dal corpo umano e dalla testa di
falco) il cui culto fu particolarmente in auge nel
corso della XI Dinastia (in tal senso rammentiamo i
sovrani di nome Montuhotep, della XI dinastia, cui
seguiranno, con la XII, Re il cui nome teoforo farà
riferimento ad Amon, altra divinità minore tebana
facente capo alla c.d. Ogdoaede Ermopolitana, come,
ad esempio, Amenhemat). In linea generale, sono
riscontrabili quattro parti principali di cui solo
una accessibile ai turisti ed al pubblico in
generale.
Tempio di Amon-Ra (visitabile)
Tempio di Montu (chiuso al pubblico)
Tempio di Mut
Tempio di Amenhotep IV (smantellato - chiuso al
pubblico)
Storia
ed architettura del complesso templare. Il
complesso templare di Karnak -di cui il tempio di
Amon costituisce solo una parte- si trova sulla riva
destra (rispetto alla sorgente) del Nilo e la sua
costruzione procede di pari passo con la storia
egiziana antica; esso è, infatti, un sovrapporsi di
strutture successive tanto che è oggi quasi
impossibile individuare il nucleo originale (vedi
fig. b.), risalente al Re Sesostris I della XII
Dinastia, che era costituito da tre piccoli locali
orientati Est-Ovest, oggi inesistenti, e di cui si
conservano solo le soglie ubicate nell'area
posteriore al santuario della "barca sacra" di
Filippo Arrideo, e nei pressi del "Chiostro di
Sesostri I" ricostruito con componenti rinvenuti
quale materiale di riempimento del III Pilone (Sethy
I, XVIII Dinastia).
Dalla XII alla XXX Dinastia, in
un arco di oltre 1600 anni, ogni Re o Faraone ha
lasciato la propria traccia apportando modifiche,
talvolta sfruttando le preesistenti costruzioni come
cave di materiale o "usurpandole" a proprio nome.
Secondo la convenzione egiziana, la perfezione
divina era costituita da una triade, o trinità;
anche nel caso del complesso templare di Karnak, si
assiste alla medesima immagine talché la triade è
costituita dal citato Amon, dalla sua sposa Mut e
dal figlio Khonsu che, pur non godendo di un
complesso proprio, viene celebrato in entrambi i
recinti dei genitori con un tempio a lui dedicato in
ciascuno. Il recinto templare della Dea Mut (di
circa m. 250 x 400) è collegato a quello del marito
Amon da un "dromos", un viale di sfingi criocefale
(ovvero con corpo di leone e testa di ariete),
mentre in ognuno dei recinti maggiori si trova un
lago per i lavacri sacri dei sacerdoti. Per quanto
attiene al complesso di Amon vero e proprio, di
difficile "lettura" alla luce dei molteplici
interventi succedutisi in oltre 1600 anni, tre sono
i momenti fondamentali individuabili:
-
costruzione del tempio
originale del Medio Regno (XII Dinastia, sotto
Sesostri I);
-
costruzione del tempio di
Amon propriamente detto (XVIII Dinastia, sotto
Thutmose I) con un recinto in pietra calcarea di
circa 125 m. di lunghezza; elevazione dei I e II
Pilone (oggi corrispondenti, rispettivamente, al
IV ed al V) e realizzazione di una Sala Ipostila
(oggi scomparsa);
-
aggiunta, durante la XVIII
Dinastia, a cura di Thutmose III in occasione
della sua festa giubilare, del c.d. "Akh-Menu",
o "Sala delle Feste", ad ovest, di una corte
che, sotto Sethy I e, poi, sotto Ramses II, si
trasformerà nalla Grande Sala Ipostila.
Analisi
del complesso templare. Per avere idea delle
enormi dimensioni del complesso templare di Amon
oggi, si consideri che esso misura m. 400 x 600
circa, per un'area complessiva di circa 300.000 mq.
L'orientamento geografico del complesso è duplice ed
è oggi individuabile dal posizionamento dei Piloni
la cui numerazione corrente, però, non segue lo
sviluppo storico costruttivo del complesso, bensì
una progressione "di comodo" stabilita dagli
archeologi: da est ad ovest, dall'esterno verso
l'interno, per la parte più antica (piloni da I a
VI) e da sud a nord, ma dall'interno verso
l'esterno, per la parte più recente (piloni da VII a
X). A riprova della difficoltà di lettura del
complesso (tenendo presente la numerazione attuale
dei Piloni), si consideri che:
I Pilone, sull'asse est-ovest (il c.d. "Ingresso
Monumentale"): è in realtà uno degli ultimi
costruiti; si apre, infatti, nella cinta muraria
della XXX Dinastia;
X Pilone (lettera "A" in fig. a), sull'asse
nord-sud, si apre anch'esso sul recinto della XXX
Dinastia, ma mentre il I è contestuale alla
costruzione del recinto stesso, questo risale al
Faraone Horemhab della XVIII Dinastia ed è stato,
perciò, inglobato nella successiva costruzione. Pure
alla XVIII Dinastia risalgono le tracce di un
muraglione "a rientranze e sporgenze" (lettera "B"
in fig. a), che riprende motivi architettonici
tipici delle fortezze mesopotamiche, che delimitava
l'area del complesso intorno al 1500-1400 a.C.
Nell'area nord (contrassegnata dalla lettera "C" in
fig. a) si trovano varie cappelle e santuari
dedicati, in Epoca Tarda, al culto di Osiride.
Nell'area invece compresa tra il I ed il II Pilone
(n.ro 3 in fig. a), si apre il "Grande Cortile
Porticato" che ospita (n.ro 4) il tempio-deposito di
Ramses III (XX Dinastia) adibito a ricovero delle
barche sacre al Dio Amon. Analogo impiego avevano
tre sale del tempio di Sethy II (n.ro 2) che
ospitavano le barche della triade tebana: Amon, Mut
e Khonsu.
Oltre il II Pilone (n.ro 5) si apriva un grande
portico scoperto voluto da Amenhotep III (XVIII
Dinastia) e trasformato, da Sethy I e
successivamente dal di lui figlio Ramses II, nella
"Grande Sala Ipostila" con le sue 134 colonne. La
facciata del tempio di Thutmosi I (XVIII Dinastia,
area n.ro 6 in fig. a) dà accesso al "Luogo
Prescelto", il tempio di Amon propriamente detto
(fig. b) e costituisce, oggi, il V Pilone. Ai lati
del suo accesso, Thutmosi III erigerà due pilastri
rappresenanti le piante araldiche dell'Alto e Basso
Egitto.
Nell'area
contrassegnata in fig. "a" dal n.ro 7, si apre
l'"Akh-Menu", la "Sala delle Feste" voluta da
Thutmosi III, che ospitava il c.d. "orto botanico"
ovvero la rappresentazione parietale della flora e
della fauna incontrata dal grande Re guerriero nel
corso delle sue 17 campagne di guerra e le cui
conquiste,in tal modo, venivano offerte
simbolicamente al Dio Amon. Oltre il santuario del
Medio Regno (fig. b e lettera "H" di fig. a) si
trovava l'obelisco di Thutmosi che oggi svetta in
Piazza S.Giovanni in Laterano a Roma. Qui erano
ubicate, inoltre, le abitazioni del sacerdoti.
Nei pressi del lago sacro ad Amon (n.ro 8) si trova
ancora oggi la statua gigante di Khepri, lo scarabeo
sacro rappresentazione del Sole al suo sorgere.
L'area contrassegnata dalla lettera "I" (in fig. a)
è comunemente nota come "Cortile del Nascondiglio";
è qui, infatti, che in epoca tolemaica vennero
sepolti ex-voto ed offerte che si erano accumulate
nel corso dei secoli e che, evidentemente,
"ingombravano". Il VII e l'VIII pilone delimitano le
aree contrassegnate dalle lettera "L" ed "M".
Entrambi i Piloni vengono "assegnati" a Thutmosi
III, ma mentre l'VIII è sicuramente di tale sovrano
della XVIII Dinsastia, quasi certamente il VII venne
eretto sotto Hatshepsut e successivamente "usurpato"
dal figliastro. L'area contrassegnata dalla lettera
"N" è, infine, delimitata dal IX e X Pilone di
Horemhab; qui si manifesta l'usanza (in questo caso
positiva) di riutilizzare antichi monumenti come
"cave di materiale" edile. All'interno di tali
piloni, infatti, sono state rinvenute migliaia e
migliaia di "talatat" provenienti dal distrutto
tempio dedicato ad Aton da Amnhotep IV/Akhenaton e
che si trovava, molto verosimilmente, proprio in
questa zona. Altre migliaia di tali mattoni
(provenienti anche dalla demolita Akhetaton) sono
stati inoltre rinvenuti quale riempimento del II
Pilone (pure di Horemhab) e nelle fondamenta della
"Grande Sala Ipostila" di Sethy I e Ramses II.
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Legenda:
1 – Primo pilone (ingresso
monumentale; XXX Dinastia);
2 – Tempio di Sethy II (XVIII
Dinastia);
3 – Grande cortile porticato;
4 – Tempio di Ramses III (XX
Dinastia);
5 – Sala ipostila (iniziata da
Sethy I, terminata da Ramses II
-XIX-);
6 – Tempio di Amon (propriamente
detto)(vedi fig. b);
7 – “Akh-Menu”, o “Sala delle
feste” di Thutmosi III (XVIII
Dinastia);
8 – Lago sacro di Amon;
9 – Propilei del sud;
10 – Tempio giubilare di
Amenhotep II (XVIII Dinastia)
11 – Tempio di Khonsu;
12 – Tempio di Opet;
13 – Viale delle sfingi
“criocefale”;
14 – Tempio di Mut;
15 – Lago sacro di Mut;
16 – Tempio di Amenhotep III
(XVIII Dinastia);
17 – Tempio di Ramses III (XX
Dinastia);
18 – Tempio di Monthu. |
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